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Napoleone Bonaparte, la caduta

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La rivoluzione e Napoleone

-Napoleone Bonaparte, la caduta



Alessandro I, zar di Russia, cominciando a temere la Francia e il suo Imperatore, aveva rifiutato di attuare il Blocco Continentale chiesto da Bonaparte.
Questo ovviamente fu un duro colpo per i piani del francese che così vedeva sfumare la possibilità di chiudere l'Inghilterra in una morsa senza uscita. La soluzione che Napoleone trovò fu quella di invadere la Russia, nel 1812 con 665.000 uomini.
I russi decisero per la ritirata, sconfitti poi nella battaglia di Borodino alle porte di Mosca nel settembre di quell'anno.

Entrato a Mosca, Napoleone era convinto che lo zar avrebbe trattato la pace, invece nella notte Mosca venne data alle fiamme da alcuni russi nascosti nelle case. Rimasto per 35 giorni a Mosca senza riuscire a far arrivare i suoi messi ad Alessandro, Napoleone comprese la necessità di ritirarsi. La ritirata fu rovinosa per l'esercito francese, sia per il freddo pungente dell'inverno russo sia per l'attacco subìto dai russi sul fiume Beresina. Raggiunto dalle notizie diffuse in Francia sulla sua morte e dalle notzie di tradimento, Napoleone abbandonò in fretta la Russia, lasciando l'esercito ai suoi generali e ricostituendo un esercito di fatto composto di giovani mal addestrati per difnedersi contro l'ennesima coalizione.

Sia la Prussia che l'Austria (non rispettando il patto di matrimonio tra Napoleone e la discendente delgi Asburgo) si schierarono contro la Francia. Dopo alcune vittorie francesi però, questi vennero sconfitti nella battaglia di Lipsia. L'esercito venne costretto ad una disastrosa ritirata attraverso la Germania in piena insurrezione, mentre la francia perdeva i Paesi Bassi e la Spagna.
Rientrato a Parigi tutti i corpi politici si ribellarono, la nobiltà creata da Napoleone gli voltò le spalle e il popolo stanco della guerra rimase a guardare. Nel Natale del 1813 la Francia era invasa dagli eserciti della coalizione e Napoleone si mise alla testa di 60.000 suoi veterani tenendo testa per due mesi al nemico e raccogliendo vittorie su vittorie. Scoraggiato dal tradimento o dalla resa dei suoi generali il 4 aprile annunciò di voler chiedere la pace.

Venne rifiutata dagli avversari, che fecero tornare i confini francesi ai "confini naturali", e questi richiesero l'abdicazione. Napoleone tentennò poi la concesse in favore del figlio avuto con Maria Luisa, ma i nemici, che avevano già preso accordi per restaurare i Borboni, decisero per l'abdicazione totale, ottenuta il 6 aprile.
Nel maggio, scampando al linciaggio travestendosi da soldato austriaco, raggiunse l'imbarcazione inglese che lo porterà all'esilio sull'Elba pur riconoscendogli la sovranità sull'isola e il titolo di Imperatore.

Continuando a ricevere notizie dalla Francia,Napoleone seppe che Luigi XVIII Borbone era inviso alla popolazione e che in linea con il principio di Restaurazione, stava smantellando tutte le conquista della rivoluzione. Queste notizie, aggiunte alla voce ormai certa che i nemici fossero prossimi a trasferirlo lontano dall'Europa, portarono Napoleone ad agire.
Imbarcatosi in segreto dall'Elba raggiunse il golfo di Cannes il 1° marzo 1815. L'accoglienza nei suoi confronti fu sorprendente. Non solo da parte della popolazione, ma anche degli eserciti che il re gli inviava contro, che si univano a Napoleone. il 20 marzo l'Imperatore rientrava a Parigi.

Riorganizzato in gran fretta l'esercito, Napoleone chiese ai nemici nuovamente coalizzatisi la pace alla sola condizione di mantenere il trono di Francia: non venne ascoltato. Intanto, in campo politico, l'imperatore aveva ben compreso i limiti del suo governo precedente e aveva promulgato una costituzione maggiormente liberale, ritornando più fedelmente ai principi del 1789. Per evitare una nuova invasione del suolo patrio, Napoleone fece la prima mossa spostando il conflitto nel Belgio. Il suo piano prevedeva una manovra su due ali che avrebbero diviso e annientato i prussiani e gli inglesi prima che, superiori di numero, potessero congiungersi. Nessuna delle due ali ebbe però esito determinante. Si giunse così al fatal 18 giugno 1815, quello della battaglia di Waterloo.

Napoleone compì non pochi errori, tra cui quello di affidarsi a generali famosi per ardimento ma non per la loro sapienza strategica, il cui comportamento inutilmente focoso fu fra i fattori determinanti della disfatta. Ultimo ad arrendersi fu il giovane generale della Guardia Imperiale Cambronne che, sacrificando l'intera Guardia, consentì al resto dell'esercito sconfitto di ritirarsi senza ulteriori danni alla volta di Parigi. Impostagli dalla Camera la nuova abdicazione, chiese invano che venisse rispettata la sua volontà di porre sul trono all'età giusta suo figlio Napoleone II. Le forze nemiche entrarono a Parigi e rimisero sul trono Luigi XVIII.
La sua intenzione era di fuggire negli Stati Uniti, ma rifiutò di travestirsi come sarebbe stato necessario per sfuggire alla cattura, perché ciò avrebbe infamato il suo onore. Invece, con un gesto storico, il 15 luglio 1815 Napoleone si arrese agli inglesi salendo a bordo della nave HMS Bellerofont. Chiese di essere deportato in Inghilterra, ma i nemici ne avevano già deciso l'esilio a Sant'Elena, piccola isola nel mezzo dell'Oceano Atlantico.

Raggiunta l'isola il 16 ottobre 1815, con un seguito di fedelissimi, vi rimase fino alla morte. Qui scrisse le sue memorie. Ma i dolori allo stomaco di cui già soffriva da tempo, acuitisi nel clima inospitale dell'isola e con il duro regime impostogli, lo condussero alla morte il 5 maggio 1821 alle ore 17:49. Le sue ultime parole furono France, l'Armée, Joséphine (la prima moglie) i suoi più grandi amori.

L'epoca napoleonica fu importantissima per la storia europea. Innanzi tutto le idee della rivoluzione, sposate in parte da Napoleone vennero diffuse in tutto il continente, rendendo insostenibile la successiva Restaurazione. Fu grazie a Napoleone e alla sua divisione dell'esercito in base alla provenienza a far crescere le idee nazionaliste, non solo nel senso degenerante del XX secolo, ma quello che darà il via al processo di costruzione di nuove nazioni come l'Italia o la Germania. Ma soprattutto, si inventò un nuovo concetto mondiale di Europa. Bonaparte menzionò in molte occasioni la sua intenzione di modellare uno Stato europeo unico e, nonostante il suo tragico fallimento, questo internazionalismo tornerà a sorgere dopo 150 anni, quando venne riscoperta l'identità europea dopo la seconda guerra mondiale.

Nonostante queste sconfitte l'epoca napoleonica fu per la maggior parte un periodo di guerra. E come in tutti i periodi di guerra la gravità del numero di morti fu aggravata dal fatto che venne falcidiata dai moschetti e dalle baionette la fascia media di popolazione, un'intera generazione morì sui campi di battaglia.